Se ne parla di frequente, soprattutto negli ultimi anni, ma non basta! Il bullismo è una vera piaga sociale. Lo sguardo di solito viene posto sulla vittima e poco sul bullo, forse sarebbe il caso di fornire maggiori strumenti di analisi per valutare i comportamenti che posso destare preoccupazione e sospetto di azioni violente perpetrate verso gli altri. Nelle scuole di ogni ordine e grado, vengono organizzate giornate informative, laboratori e incontri con esperti. Eppure, i fatti di cronaca ci portano in casa continui episodi di bullismo, anche in tenera età.

Ecco il numero verde, istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 2016, per segnalare casi di bullismo.
Ai genitori e alle figure adulte di riferimento occorre ricordare che è importante osservare e parlare con i propri ragazzi, più di quanto non si faccia! La speranza è sempre la stessa, prevenire. Educate al rispetto e all’empatia fin dai primi anni, di solito chi ben semina, ben raccoglie!
Come definire il bullismo? “è una forma di violenza che ha lo scopo di far del male; è persistente e continua, può durare mesi e perfino anni. E’ difficile difendersi per coloro che ne sono vittime” (Sharp e Smith, 1995).
Il bullismo è caratterizzato da:
- Intenzionalità . Il bullo agisce con la volontà di ferire e prova piacere quando ci riesce. Non vi è empatia o senso di colpa per il danno fisico o emotivo causato.
- Frequenza . Si verifica in modo ripetuto e diviene abituale
- Squilibrio . Il bullo è forte, sostenuto dal gruppo, il bullizzato è il debole. Ha timore e non racconta, prova vergogna e senso di colpa.
E se il bullo è tuo figlio? hai dubbi perchè noti comportamenti violenti e atteggiamento spavaldo? Ricorda che anche il bullo è una vittima! Non è sufficiente la punizione. Lo studio dei casi mostra che il comportamento aggressivo del bambino o dell’adolescente nasce da ferite e abbandoni che spesso nascono proprio nel nucleo familiare. I bulli possono aver ricevuto un’educazione permissiva o troppo severa, magari basata a sua volta sulla violenza. Segnali importanti da cogliere possono essere, aggressività spesso ingiustificata, rifiuto di regole e contenimento, moti di rabbia non gestiti, atteggiamento poco rispettoso verso le figure adulte. E’ possibile in questo modo prevenire. Fate rete con gli insegnati e gli allenatori, possono aiutarvi ad avere il quadro generale della situazione.

Se il “guaio” è fatto, parlate con il ragazzo, siate comprensivi e autorevoli. Proponete il vostro aiuto senza soffocare o giudicare in modo non produttivo. Ripeto che la sola punizione non basta. Rafforzate le sue competenze, sottolineando le qualità e i punti di forza della sua persona.
Se non svolge attività extra scolastica, ad esempio, invitatelo a scegliere sport o laboratori che lo interessano. Aiutatelo a mettersi nei panni del bullizzato e se possibile dategli la possibilità di riparare al danno provocato.
Date qualità al suo tempo libero, anche controllando le amicizie che frequenta.
Se necessario, magari per mancanza di collaborazione da parte del ragazzo o semplicemente per avere sostegno e confronto, chiedete una consulenza.