Pedagogia della lumaca, pedagogia della lentezza.

A casa, a scuola, ovunque.
Nella tragedia, tra i doni che la pandemia covid-19 (con relativa quarantena) ci ha lasciato, possiamo annoverare sicuramente una diversa gestione del tempo.
Ci siamo trovati, più o meno tutti, a confrontarci con ritmi più distesi, pause inaspettate, ore lente a passare. Abbiamo scoperto e riscoperto la noia.
Forse sono emerse passioni, sono nati desideri e si è dato più spazio all’ascolto della propria individualità (e di quella dei nostri bambini).
Ci prepariamo ora ad un rientro in società, che sarà sicuramente diverso e ci porterà a compiere scelte.
In questi giorni, mi sono confrontata con una coppia di genitori che vede nel basso rapporto numerico educatore-bambini nei centri estivi, non sono un requisito per la sicurezza, ma anche la possibilità di attivare progetti più tarati sui singoli.
Una mamma, mia conoscente, ha maturato l’interesse per una filosofia educativa che metta l’esperienza del bambino al centro e in questa direzione, sta smontando i vecchi piani, in vista di Settembre.
Le esperienze, ci cambiano.
Possono creare fragilità o potenziarci in termini di slancio alla vita e consapevolezza che nutre.
Parlando di minori e scuola, posso sostenere per la mia esperienza, che si è compiuto un grosso sforzo per adeguarsi alla didattica a distanza.
Troppo spesso spersonalizzata, fredda, esecutiva.
Ancora più forte si è sentita la necessità di rendere più personale l’insegnamento, di rallentare per vedere i visi e ascoltare le emozioni.

Le strategie educative e didattiche volte al rallentamento, evidenziano l’unicità di ciascun bambino e mettono sul piedistallo quella “cosa” meravigliosa e necessaria che è l’empatia

Per come la penso, l’apprendimento non può che essere di tipo pratico, basato quindi sull’esperienza.
Raccogliere dati, fare ricerca, anche con i bambini.
Citando la pedagogia esperienziale, che fa del suo fulcro la lentezza, non possiamo non fare riferimento alla scuola come pensata da Gianfranco Zavalloni, maestro e dirigente scolastico.
Ecco una sua riflessione sull’importanza di toccare con mano, di attivare un apprendimento realizzato attraverso le mani:

  • La mano che comunica: abbraccia, accarezza, sfiora, saluta, protegge, porge… Sono gesti e azioni quotidiane che esprimono comunicazione, affetto, sentimenti d’amore. Penso a due innamorati, a genitori e figli, ai nonni, alle amicizie profonde.
  • La mano che crea: plasma, dipinge, scolpisce, mima, scrive, svela,volteggia… Sono i gesti e le azioni quotidiane delle espressioni artistiche. Penso allo scultore, al mimo, al burattinaio, al pittore, al prestigiatore, allo scrittore, al ballerino.
  • La mano che scopre: muove, enumera, sposta, mischia, classifica, raggruppa, afferra, appunta. Sono i gesti di scienziati, biologi, archeologi …
  • La mano che lavora: avvita, sega, imbullona, punta, assembla, progetta, zappa, falcia, guida, incide come quelle degli artigiani delle piccole botteghe, degli operai delle grandi officine, degli agricoltori delle campagne, dei chirurghi…
  • La mano che gioca: lancia, stringe, prende, ruota, manipola, preme, colpisce, taglia… Sono i gesti e le azioni quotidiane di coloro che giocano, nuotano, costruiscono giocattoli, si avventurano nel bosco; bambini, ragazzi e adulti.”

(Zavalloni, pedagogia della lumaca, 2013)

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Ogni scuola, dovrebbe avere un orto, sostiene Zavalloni.

Vicinanza alla terra e rispetto dei tempi, praticando la pedagogia della lumaca che permette di prendere confidenza con l’attesa e con l’osservazione della natura.

La pedagogia della lumaca si applica concretamente, lasciando il tempo ai bambini e accompagnando il loro naturale sviluppo, soprattutto tramite l’esperienza.

Che sia la volta buona, per compiere una rivoluzione?

 

 

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Ciao! Sono Giusy, dott.ssa in scienze socio pedagogiche e consulente perinatale (formazione Mipa di Brescia). Operatrice di Rebozo, facilitatrice in allattamento materno (formazione Tiziana Catanzani e Katia Micheletti -IBCLC-). Dal 2009, sono a fianco di famiglie e minori e ho maturato esperienza in area educativa. Oggi, il mio sguardo e il mio cuore sono principalmente rivolti alle mamme e ai neonati. L'esperienza della maternità ha influenzato il mio pensiero riguardo al percorso nascita e contribuisce ad accogliere con empatia e vicinanza, le richieste delle donne che si rivolgono a me. Se ti piace ciò che scrivo, condivi i miei articoli e seguimi sulle pagine facebook e Instagram di Fiordimamma! Grazie