Questo articolo, scritto di getto, emotivo, franco e semplice, è per te che leggi.
Forse sei una neomamma alle prese con la cura del tuo bimbo, con la gestione degli impegni quotidiani e il dolore di una ferita che tira.
Seduta sul divano per ore, ad allattare, cullare, cantare. Sola, o in compagnia di qualcuno che ti chiede come stai e ti aiuta nelle faccende domestiche.
Potresti essere anche una mamma con un bimbo in età prescolare, che ha scelto (o magari non scelto) di posticipare il rientro a lavoro, dando le dimissioni perchè quel che ti chiedevano non era umano e cozzava con il tuo desiderio di essere madre attenta e presente.
Magari sei una mamma che lavora, molte ore al giorno e non ha aiuti. Ti senti in colpa e piangi di nascosto, oppure stai bene in questa dimensione che ti fa essere donna impegnata e madre, della serie “meglio la qualità che la quantità”.
Forse sei un papà, una nonna, un’amica.
E’ evidente a tutti noi, che la nostra cultura, così individualista, competitiva e scarsamente affettiva, non accoglie e sostiene le madri e più in generale le esigenze della famiglia.
Non sostiene economicamente ed emotivamente le madri, che fanno un “lavoro” prezioso ed impegnativo a casa e fuori.
Nel piccolo, dentro le mura di casa, aleggiano critiche e giudizi, volano consigli non richiesti come il tanto famoso “così lo vizi” , o il “forse non hai latte” , “io facevo così”, “si è sempre fatto così” e così via.
Nel grande, fuori, si odono molteplici stereotipi e i pregiudizi la fanno da padrone. Il mondo del lavoro non comprende le esigenze familiari e discrimina le donne.
Ripetiamolo tutti insieme : le madri sono competenti! Ogni madre (a meno che non sia nel pieno delle sue capacità mentali) conosce cosa è il meglio per il proprio bambino e va rispettata nelle sue scelte.
A volte, teme di non essere in grado di essere una buona madre, si sente insicura. E’ lì che dovrebbe intervenire la rete familiare e sociale, nel piccolo e nel grande contesto è un dovere di tutti sostenere le madri. Per farlo occorre stare in sordina, accanto, non davanti. Spesso in silenzio. Nella gran parte dei casi sono sufficienti sorrisi, conferme,attenzioni anche piccole. I grazie, i “prenditi il tuo tempo, ti aspetto” e via dicendo.
Ed ecco che la madre risorge, luminosa e pienamente consapevole!