In questo articolo voglio donarvi alcune riflessioni attorno al tema della paura che è una delle emozioni più forti sentite dalle donne durante il percorso nascita (gravidanza, parto e post).
L’ultimo corso di formazione che ho seguito, interessante e arricchente, faceva proprio riferimento a questa emozione primaria, indispensabile per la sopravvivenza della specie.
Ho approfondito questioni centrali per la donna in gravidanza e per la neo mamma e appreso strumenti pratici in grado di sostenere le paure.
Alzi la mano chi pensa che la donna sia l’unica a provare paure, ansie, preoccupazioni, in gravidanza e dopo? Spesso trascurate, eccole lì, accanto a quelle delle madri, le paure di compagni e operatori (ostetriche, medici). E’ importante sapere che esistono e che si manifestano, non ne parlerò ora, ci torneremo più avanti.
Paura e dolore sono strettamente connesse, e sovente nei racconti relativi a travaglio e parto possiamo trovare questo legame; una connessione che spesso crea un blocco fisico e comportamentale.
Le paure, sono naturali o sociali, interne o indotte.
Le madri, e in generale le coppie genitoriali, proveranno ciclicamente paura; dal momento in cui scoprono di aspettare un figlio (paura per lo stato di salute della madre e del feto, paura del nuovo, paura del cambiamento, paura di sbagliare, paura della separazione, paura di morire, e potremmo continuare…) fino all’età adulta.
Le paure con valenza fisiologica, sono “normali e utili”, come sostiene anche l’ostetrica Verena Schmid, preparano al cambiamento e favoriscono l’adattamento. Le paure indotte, invece, creano ansia e disorientano. La donna può avere il timore, ad esempio, di non essere all’altezza e di non saper partorire (sembra assurdo vero?).
Nei corsi di accompagnamento alla nascita, la paura di non sopportare il dolore di travaglio e parto è in pole position! Aggiungo, il timore di subire un cesareo o interventi medici non desiderati.

Il compito principale delle figure professionali che accompagnano la donna, futura madre, verso la nascita del suo bambino è quello di fornire strumenti e informazioni che diano forza e fiducia nelle proprie competenze di donna generatrice di vita.

Le donne che scelgono di partorire presso il domicilio o nelle case nascita, vengono generalmente additate come “pazze” e “irresponsabili”; il parto in casa (contrariamente a quello che la ricerca scientifica suggerisce) è considerato rischioso. Facile capire che questo pensiero ha origine dalla medicalizzazione della nascita che viene considerata, assieme alla gravidanza, al pari di una malattia. Sulla questione ci ritorneremo con calma, in un prossimo articolo.
Come la mettiamo con i timori legati alla perdita della propria identità di donna? quella paura di perdere il proprio ruolo sociale o la propria sensualità? La paura di essere intrappolata in un legame con il bambino che viene considerato, anche dai parenti, soprattutto se allatti, dipendenza!? Che fatica!
E il rischio? La paura che qualcosa possa andare storto per te o il tuo bambino? Un buon corso e l’aver accanto una persona formata, aiutano ad affrontare queste preoccupazioni in modo realistico.Di certo, non pensarci, non è la soluzione.
Purtroppo la sicurezza che tutto vada sempre come desiderato non esiste; nascita e morte sono le due estremità della vita e sono connesse.
Conoscere i dati, le statistiche, è un buon metodo per razionalizzare e prendere distanza dall’emotivo se immobilizza.
Come si fa? come non soccombere in questo mare di timori?
Prima di tutto essere consapevoli, avere paura è normale, fisiologico, umano. La nostra società ci vuole far credere che avere timori “è da deboli” , nulla di più falso.
Essere informate e preparate per affrontare le paure, è un diritto.
Puoi lavorare sui tuoi timori, dargli un nome e renderli gestibili. Puoi scoprire che alcune condizioni e scelte mediche possono incidere sulle tue paure e se sei informata, puoi dire “no, grazie”.
Se hai avuto una precedente esperienza negativa relativa al percorso nascita, non nascondere la testa sotto la sabbia, anche se fa paura, affronta, parlane con chi competente. Ci sono alternative.
La competenza alla base è quella di credere in se stesse, nel proprio potenziale di donne e madri; avere fiducia, fiducia nella parte femminile, così naturale e istintiva! Fiducia nella ricchezza dell’essere donna!
Quella ricchezza che ci appartiene da secoli e che ha dato forza e coraggio a milioni e milioni di donne prima di noi.
Ergo, ascoltati e fidati delle tue intuizioni.
Fai rete, condividi, confrontati e solidarizza.
Frequenta un corso di accompagnamento alla nascita, non pensare che non serva o che ti crei illusioni. E’ un percorso e molto cambia in base a come lo affronti.
Scegli di farti accompagnare da una persona importante per la tua vita, da una educatrice o doula, da un’ostetrica competente e formata.

CONDIVIDI
Articolo precedentesos sonno
Prossimo articoloResilienza, educare a far delle difficoltà un’opportunità
Ciao! Sono Giusy, dott.ssa in scienze socio pedagogiche e consulente perinatale (formazione Mipa di Brescia). Operatrice di Rebozo, facilitatrice in allattamento materno (formazione Tiziana Catanzani e Katia Micheletti -IBCLC-). Dal 2009, sono a fianco di famiglie e minori e ho maturato esperienza in area educativa. Oggi, il mio sguardo e il mio cuore sono principalmente rivolti alle mamme e ai neonati. L'esperienza della maternità ha influenzato il mio pensiero riguardo al percorso nascita e contribuisce ad accogliere con empatia e vicinanza, le richieste delle donne che si rivolgono a me. Se ti piace ciò che scrivo, condivi i miei articoli e seguimi sulle pagine facebook e Instagram di Fiordimamma! Grazie