Bimbo mio perchè non ti giri?
Panico da fine gravidanza a causa della presentazione podalica del vostro bambino?
Può succedere.
Sappiamo che la presentazione podalica interessa il 4% delle gravidanze a termine,
ovviamente la maggiore probabilità di essere podalici spetta ai bimbi pre-termine.
Quando un bimbo è podalico?
La presentazione podalica del feto è una tra le più comuni mal-presentazioni in gravidanza.
La testa del feto anziché essere impegnata nella pelvi materna, è rivolta verso il fondo dell’utero e così la parte che il feto presenterà per prima sarà la parte inferiore del tronco.
I bambini possono fare la “capriola” in qualsiasi momento, anche nelle ultime settimane di gestazione.
Gli studi scientifici non sono sufficienti per definire con certezza le cause del mancato posizionamento cefalico.
In letteratura troviamo come fattori predisponenti legati alla madre, la presenza di malformazioni uterine, elevato indice di massa corporea e l’essere fumatrice.
Le gravidanze più predisposte alla posizione podalica sarebbero quelle gemellari e quelle con polidramnios (abbondanza di liquido amniotico).
La presentazione podalica si osserverebbe più frequentemente in donne di origine caucasica e con livello socio-economico medio-alto.
E’ sempre necessario un cesareo?
Nel 2000, una ricerca aveva dimostrato che in caso di presentazione podalica il parto vaginale comporta maggiori rischi per il feto rispetto al taglio cesareo elettivo.
Una recente revisione sistematica (2015) valuta gli esiti del taglio cesareo programmato rispetto al parto vaginale, in caso di presentazione podalica di un feto singolo a termine.
Si conclude che un cesareo pianificato rispetto ad un parto vaginale abbia un ruolo cruciale nella riduzione della mortalità perinatale e morbosità neonatale, a discapito di un aumento della morbosità materna.
Altri studi concludono invece, che il parto vaginale sia un’opzione anche in caso di presentazione podalica del feto singolo a termine.
E’ necessario che la madre riceva informazioni adeguate ed esprima un consenso.
E’ importante che vengano rispettati i protocolli e che i professionisti sanitari coinvolti, abbiano esperienza e operino in una realtà ospedaliera una buona strumentazione diagnostica e di monitoraggio.
In Italia, nel 93,5% dei casi di presentazione podalica si è ricorsi al taglio cesareo (fonte Cedap 2015).
ti segnalo un link con alcune testimonianze: https://www.nascerebene.ch/testimonianze/parto-podalico/
Ogni donna può mettere in campo strumenti per accompagnare il bambino verso il cambio di posizione.
E’ possibile:
- usare la voce e il suono, la luce, il movimento (contattami per scoprire come!)
- ricorrere alla Moxibustione e all’agopuntura
- Prenotare Massaggi con il rebozo
- Prenotare il rivolgimento per manovre esterne a termine (RME) in ospedale
(il feto viene sorvegliato in tempo reale nel suo spostamento, con l’ecografia e ascoltando sempre il battito)
Posso raccontarti brevemente in cosa consiste l’utilizzo del Rebozo, dato che me ne occupo personalmente.
Il rebozo è un grande scialle messicano di forma rettangolare, lungo circa 3 metri e largo indicativamente 50 cm.
Tradizionalmente utilizzato dalle parteras tradizionali (ostetriche) in travaglio e parto.
Il massaggio con rebozo, può aiutare il bambino a disporsi in posizione cefalica grazie agli oscillamenti e ai dondolii.
Il massaggio deve essere eseguito con costanza, giornalmente, almeno dalla trentaseiesima settimana di gestazione.
Lo consiglio in associazione a sessioni di movimento, rilassamento, posture specifiche e alla moxibustione.
Dopo queste informazioni generali, se sei una mamma in attesa di un bimbo che si presenta podalico, non resta che prenderti del tempo per metterti in contatto con te stessa e quindi con le tue emozioni
Come stai vivendo la gravidanza?
Cosa “ti muove” questa condizione (il tuo bimbo podalico)?
Come immagini la nascita del tuo bambino?
Stai cercando un contatto profondo con lui? Cosa ti trasmette?
Questo è il punto di partenza.
Poniti in ascolto.
La tua ostetrica di fiducia, un’educatrice perinatale e nel caso anche un terapeuta, possono accompagnarti in questo percorso.